Uno spazio narrativo per raccontare i punti di vista, le suggestioni, le riflessioni sul continente africano, visto da dentro, dalla voce di chi è stato in Africa, ma anche da fuori, dall’Italia e dalla tanta “africanità” che in essa vive. Un'Africa che vive a sud del Sahara, ma che incontriamo anche sulle nostre strade, nelle nostre città. Un'Africa che, consapevoli o meno, ogni giorno incrocia le nostre vite.

lunedì 2 settembre 2013

Il Senegal di Paolo Nori

Dopo il punto di vista delle donne, quello degli uomini: è iniziata con lo scrittore Paolo Nori la seconda fase del progetto "Voci per l'Africa", un viaggio con AMREF tra i villaggi e le comunità a sud del Sahara, per incontrare uomini e donne che in quelle terre vivono e lavorano, per conoscere la loro quotidianità, le paure e le speranze, le tradizioni e i cambiamenti. 
Con AMREF, Nori è stato in Senegal e presto ne scriverà un racconto breve, che sarà letto su Radio3 in inverno. Ma intanto ci ha regalato una suggestione della "sua Africa" attraverso un lungo post suo blog www.paolonori.it



La mia Africa
venerdì 23 agosto 2013

A metà agosto son stato in Senegal per una Organizzazione Non Governativa che si chiama Amref e che mi ha chiesto di far questo viaggio per scrivere poi un testo di una ventina di minuti da dire poi per radio in novembre; prima di partire, la prima cosa che mi hanno chiesto, mi hanno chiesto a favore di chi doveva essere versato il premio dell’assicurazione nel caso che io non fossi tornato, dall’Africa, e io ho detto a favore di mia figlia solo che poi sono tornato non c’è stato nessun premio dell’assicurazione, per il momento, almeno, che la malaria ha un’incubazione di qualche settimana potrei ancora esserci dentro, a pensarci. Se l’avessi scampata, dovrò poi scrivere quel testo di una ventina di minuti e quel che scriverò, non lo so, però penso che parlerò di quello che ha detto l’autista di Amref Senegal, che si chiama Mamadou, a Paola, di Amref Italia, che gli aveva chiesto se in Senegal c’era il petrolio e lui aveva risposto «No, il petrolio non c’è però ci sono le arachidi». E poi, una cosa che credo che dirò è che la cosa che mi ha colpito di più, del Senegal, è stato il fatto che molti ragazzi senegalesi, e anche molti senegalesi grandi, portavano delle magliette delle squadre di calcio europee. E mi ha talmente colpito, questa cosa, che il primo giorno, dopo un po’, mi ero messo a segnarmi che magliette erano e mi ero segnato: Barcellona, Chelsea, Real Madrid, Chelsea, Milan, Real Madrid, Juventus, Barcellona, Real Madrid, Milan, Napoli, Barcellona, Barcellona, Arsenal, Chelsea, Barcellona, Milan, Senegal, Milan, Juventus, Milan, Barcellona, Barcellona, Milan, Barcellona, Barcellona.
Il secondo giorno, invece, le magliette che mi ero segnato erano: Barcellona, Milan, Juventus, Inter, Barcellona, Barcellona, Barcellona, Barcellona, Inghilterra, Milan, Real Madrid, Olanda, Milan, Barcellona, Chelsea, Real Madrid, Barcellona, Costa d’Avorio, Paris St. Germain, Inter, Barcellona, Barcellona, Barcellona, Barcellona, Barcellona, Milan, Chelsea. Milan, Milan, Barcellona, Barcellona, Brasile, Barcellona, Milan, Milan, Barcellona, Chelsea, Liverpool, Barcellona, Barcellona, Inghilterra, Milan, Milan, Barcellona, Milan, Senegal, Milan, Milan, Milan, Brasile, Barcellona, Cameroun, Milan.
Il terzo giorno mi ero stancato avevo smesso di segnarmele però poi l’ultimo giorno, la cosa che avevo pensato prima di partire avevo pensato “Ecco, domani sono in Italia, smetto di vedere tutte queste magliette del Milan”. E questa credo sarà una cosa che dirò nella trasmissione radiofonica che faremo in novembre, sempre che dentro di me non si stia muovendo il virus mortale della malaria nel qual caso pazienza, va bene anche così.
 

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