Uno spazio narrativo per raccontare i punti di vista, le suggestioni, le riflessioni sul continente africano, visto da dentro, dalla voce di chi è stato in Africa, ma anche da fuori, dall’Italia e dalla tanta “africanità” che in essa vive. Un'Africa che vive a sud del Sahara, ma che incontriamo anche sulle nostre strade, nelle nostre città. Un'Africa che, consapevoli o meno, ogni giorno incrocia le nostre vite.

martedì 9 luglio 2013

Waithaka, dove batte il cuore di Dagoretti

Dagoretti è tante cose. Dagoretti è una delle nove Divisioni della città di Nairobi, in Kenya. Un’area di circa 40 chilometri, all’interno della quale la popolazione è cresciuta da 40.000 a 240.000 abitanti nell’arco di 40 anni. 240.000 persone che vivono su un territorio di proprietà governativa, alle quali il governo concede l’utilizzo della terra, ma non la proprietà. È categoricamente vietato costruire case in muratura o infrastrutture e le persone vivono in baracche di legno e fango, stipate le une sulle altre senza alcuna soluzione di continuità, in un ambiente insalubre che odora di discarica. Gli slum sono la manifestazione spaziale e materiale della povertà urbana e delle disuguaglianze all’interno della città. Le condizioni di vita negli slum sono terribili, mancano tutti i servizi di base, elettricità, fognature, acqua potabile, ospedali. Nello slum di Dagoretti vivono più di 100.000 ragazzi e il 34% di questi sono stati identificati come ragazzi con bisogno di protezione sociale: ragazzi di strada, minori lavoratori, ragazzi trascurati che hanno subito violenze fisiche o psicologiche, orfani, ragazzi che hanno lasciato la scuola. Sono vittime quotidianamente della fame, delle malattie, della droga, dell’abbandono, della discriminazione e del crimine.



Dal 2011, per questi ragazzi, ai margini di Dagoretti è sorta un’isola felice.
Una struttura ampia e nuova, di proprietà di AMREF, dove possono recarsi ogni giorno e all’interno della quale non solo trovano risposta ai loro bisogni di base, come  la salute, l’igiene e la nutrizione, ma diventano sempre più consapevoli anche dei loro diritti di esseri umani.

Il Children Village, così viene chiamato il Centro di Dagoretti per il recupero dei ragazzi di strada, è l’ultimo grande risultato di un percorso iniziato dieci anni prima nel cuore stesso dello slum, a Waithaka.

Rispetto alla vera e propria oasi del Children village, il centro di Waithaka non è altro che un agglomerato di orticelli e monolocali. Eppure nel percorrerne il vialetto interno, complice la silenziosa quiete che non ti aspetteresti di trovare in uno slum, si ha l’impressione di essere nel giardino dell’Eden, un luogo dove i diritti primari di ogni essere umano vengono messi nella coscienza della gente comune, vengono nutriti e accuditi.

Primo tra tutti, il diritto di esistere.
Se doveste pensare al momento della vostra vita in cui avete iniziato ad esistere agli occhi della società, forse come me pensereste al momento in cui siete stati partoriti.
E invece no. L’istante preciso in cui abbiamo iniziato ad esistere in questa società, è stato quando nostra madre ha firmato per noi il certificato di nascita!
In Africa la condizione è la stessa. Con la non trascurabile differenza che soltanto il 24% dei bambini del Kenya ne possiede uno. *
Non tutte le madri infatti, appena partoriscono, registrano all’anagrafe il proprio piccolo. Non certo per cattiveria, ma per una questione di cultura e di necessità, perchè gli uffici presso i quali è possibile richiedere il certificato sono troppo lontani da casa; perché non partoriscono in ospedale, dove il certificato viene rilasciato automaticamente; perché esistono ancora residui di una vecchia tradizione, per la quale nessuna donna poteva richiedere un certificato o un documento personale senza il permesso di un padre o di un marito.

In uno slum, dove si vive costretti in un recinto di povertà, talmente alto da non poter scorgere nessun orizzonte, e senza servizi di base come l’assistenza sanitaria e la scuola, le madri semplicemente non posso immaginare l’importanza a lungo termine di un certificato di nascita.
Una scartoffia che, tra le tante cose, ti apre la porta del NCIF, il sistema sanitario keniota (cosicchè se hai bisogno di cure mediche presso un ospedale pubblico, le spese vengono coperte in parte dall’ ospedale stesso), ma anche dell’istruzione (senza certifcato di nascita non puoi sostenere esami, non puoi diplomarti e quindi non puoi fare affidamento nemmeno sulla tua educazione per uscire dalla situazione di degrado nella quale sei nato).

Per questo, in uno dei monolocali di Waithaka, ogni giorno un collega africano di AMREF incontra le donne della comunità che hanno bisogno di un aiuto con la burocrazia kenyota. Quando gli ho chiesto qual era il suo lavoro nello specifico, mi aspettavo un dettagliato resoconto della sua giornata tipo tra un ufficio e l’altro. Ma lui ha risposto solamente: “empowering comunities”, dare potere alle comunità africane.



 
Del resto, anche il Centro di Waithaka, come Dagoretti, è tante cose.

È un piccolo vivaio, dove frutta e ortaggi vengono coltivati all’interno di pile di pneumatici ricolmi di terra. Perché nello slum non ci sono grandi appezzamenti da coltivare, per questo si cerca di insegnare alla comunità modi nuovi e funzionali per provvedere alla propria sussistenza alimentare.

Waithaka è una scuola. C’è una sola aula, le cui pareti sono decorate da giganti lettere dell’alfabeto, ma le lezioni non vengono tenute per i bambini, bensì per tutte le donne della comunità che anche in età avanzata hanno capito che non è mai troppo tardi per migliorare la propria condizione.

Waithaka è anche una biblioteca. Un locale pulito e tranquillo per incontrarsi, dove fare i compiti, comporre un puzzle, leggere un libro che arriva da lontano oppure un quotidiano.
Un luogo dove la miseria non può entrare e dove pagina dopo pagina, parola dopo parola, il recinto della povertà cede sotto i colpi di una coscienza umana nutrita e su di esso si aprono lunghe crepe, finestre su un domani ancora da conquistare.


Giulia Calanca, Operatrice AMREF Italia


* Kenya Demographic Health Survey 2008-2009.

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