Uno spazio narrativo per raccontare i punti di vista, le suggestioni, le riflessioni sul continente africano, visto da dentro, dalla voce di chi è stato in Africa, ma anche da fuori, dall’Italia e dalla tanta “africanità” che in essa vive. Un'Africa che vive a sud del Sahara, ma che incontriamo anche sulle nostre strade, nelle nostre città. Un'Africa che, consapevoli o meno, ogni giorno incrocia le nostre vite.

giovedì 21 marzo 2013

Acqua

Elasti
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Ai miei figli piace parecchio il gioco delle associazioni. Funziona così: chi comincia dice una parola (nella loro personale interpretazione del gioco quella prima parola è, quasi sempre, «cacca», ma questa è un’altra storia), gli altri, a turno, proseguono trovando sostantivi legati alla parola precedente, in una catena virtuosa o viziosa di cui si conosce il principio e si ignora la fine.
L’altro giorno ho iniziato io: «acqua!». La sequenza ci ha portati dall’acqua alla vasca da bagno, passando per lo shampoo, le bolle di sapone, le nuvole, la pioggia, le pozzanghere per poi tornare all’acqua, transitando per il signore che ogni due settimane ci porta le casse di minerale che, per qualche insondabile motivo, è ai loro occhi un supereroe, per finire dietro la maschera di Batman e tra pipistrelli.
Quando arrivai nel Nord dell’Uganda, dopo una notte in aereo e una mattina in jeep, per prima cosa, mi portarono a visitare un pozzo. «Sono matti. Perché siamo tutti qui a guardare un buco con dell’acqua dentro?», pensai senza capire. Poi, piano piano, fu tutto chiaro. Quell’acqua era potabile, serviva centinaia di persone, risparmiava alle donne dei villaggi vicini di camminare per chilometri con una tanica da 20 litri sulla testa, perdendo tempo in marcia, tempo da destinare invece alla cura della famiglia, all’istruzione e ad attività che generano reddito.
Un pozzo di acqua pulita, in Uganda, come in tutta l’Africa Sub-Sahariana, è la prima via d’accesso alla prevenzione e alla salute, la prima barriera contro povertà, fame, malattie, disparità di genere.
L’acqua, per un sesto della popolazione mondiale, non è  vasca da bagno, shampoo, bolle di sapone, nuvole e un signore supereroico che porta da solo 48 bottiglie. L’acqua, per quel sesto, è la sostanza stessa della vita.
Il 22 marzo è la Giornata Internazionale dell’Acqua. È venerdì, un buon giorno per pensarci e per fare il gioco delle associazioni, partendo magari proprio dall’acqua, con cognizione di causa.

Elasti per AMREF Italia

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