Chiara Valerio |
11.09
am. Anche qui ci sono neri che vendono cinture, profumi e calzini per la
strada ad altri neri che hanno già cinture, profumi e calzini. Una estraniente
forma di globalizzazione. In giro si vedono molte motociclette, vecchie suzuki
250 o 150 con sellini grandi come divani. Gli uomini guidano vestiti in giacca
e camicia, le donne portano sulla testa ceste di banane e di mango, ritte e
composte come fusi. Tutti sorridono molto e tutti sono vestiti sgargianti come
per un matrimonio in una provincia del Sud. Scendo dalla macchina per fumare
una sigaretta, mi si avvicinano due venditori proponendomi entrambi un profumo
da uomo, ma è l'unico che hanno, non credo ci sia una intenzione di genere. Le
case intorno sono intonacate con pubblicità della Coca-Cola, della Dasani - che
è l'acqua liscia che Cola-Cola mbottiglia in India - della Vodacom. Le case, le
chiese e le officine hanno tetti di lamiera, è quello che posso vedere da
terra. Non ci sono marciapiedi e si guida all'inglese, ma è solo per il senso
di marcia, per il resto sembra una strada di Napoli. Più che altro pare che i
pedoni, le biciclette, le moto e macchine abbiano il medesimo diritto di
occupare la carreggiata e gli stessi obblighi di precedenza. Tutto mi pare
molto sbiadito, tranne il sole che tuttavia presto scompare per lasciare posto
a un cielo brillante di pioggia. Le donne, sulla testa, portano anche i
trolley. Le impalcature per alzare i palazzi sono di legno, somigliano a
ragnatele. Nessuna delle persone che incontro per strada porta un ombrello. Non
si riparano dalla pioggia, come non si riparano dal sole. Mi piace e mi sembra
giusto.
Chiara Valerio per AMREF Italia
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